Il tassello trasformativo: essere disponibile all’aiuto
- Giulia Scandolara
- 5 giu
- Tempo di lettura: 5 min

Saper ricevere è quell’atto di apertura che permette, a un percorso di Counseling, di generare un cambiamento effettivo nel cliente o nella cliente. La risoluzione del problema.
Dove sbagliano tutti
La tendenza comune delle persone che hanno bisogno di aiuto è però quella di cercare informazioni, nozioni. Le persone cercano di “capire il problema”, o “farsi spiegare meglio” ora il problema, ora la soluzione, ignorando quanto l’aiuto vero si svolga da un’altra parte.
È quando la persona si lascia contattare dalla professionista – da me, in questo caso – che si entra davvero nelle onde della risoluzione di un problema.
La risoluzione della propria difficoltà emotivo-relazionale, non è cioè, una mera comprensione del problema. È facilitata, in realtà da una relazione esclusiva, che fa vibrare il cliente, quando questo è ben propenso a lasciarsi condurre oltre i propri dolori.
Sapere, capire: tutto questo non basta
C’è un momento, nella vita di ognuno, in cui il sapere non basta. Anche le frasi giuste, gli aforismi illuminati, i libri letti con cura non smantellano quel muro che ti separa dalla risoluzione della difficoltà.
Serve qualcosa di più profondo: non una nuova informazione, ma una nuova esperienza di relazione. Serve lasciarsi aiutare non solo a parole, ma grazie a un coinvolgimento che riscrive la coscienza.
Immetti contenuti, senza estrarre ciò che è in te
Il cambiamento vero – quello che resta, quello che trasforma – non arriva dai reel che continuamente salvi su Instagram, ma da una relazione viva.
Facci caso: quando leggi, ascolti un podcast, quando ti nutri di informazioni online, non sei dentro a una dinamica di “estrazione” del tuo problema. Stai invece immettendo delle nozioni, senza avere un’interazione reale.
Quindi non c’è alcuna moderazione del contenuto di cui stai fruendo, moderazione necessaria a una personalizzazione dell’informazione, sul tuo problema specifico.

La falsa sicurezza del sapere tutto
Viviamo immersi nel mito del “so già”. Informazioni ovunque, video, reel, TED Talk, podcast: siamo più che mai "informati", ma non per questo siamo più consapevoli.
E spesso, proprio chi dice “so già tutto questo”, è la persona che più resiste al cambiamento, perché lo ha ridotto a un concetto mentale.
Ma la trasformazione non “si capisce”: si attraversa.
Non puoi imparare ad amare leggendo l’enciclopedia sull’amore. Eppure, per assurdo, è quello che molti tentano di fare. Accumulano ore di video, visti di fretta, e pensano che, andando avanti ad accumulare dati, a un certo punto – per quale magia? – saranno in grado di risolvere le difficoltà relazionali che vivono.
Non ti sembra assurdo?
Il mio ruolo: offrirti una relazione che ti cambia
Quando incontri una professionista in grado di ascoltarti davvero, succede qualcosa di raro: smetti di essere un “problema da risolvere” e diventi una persona da incontrare. Cosa sta accadendo, in te?
Qui c’è il punto cruciale: non è l’informazione a guarire, ma è la relazione.
Un vero percorso di Counseling (ed è questo, che propongo io – non un videocorso!) non si basa sul “ti dico cosa fare”, ma sul creare uno spazio sicuro in cui l’aiuto possa davvero accadere.
Per me non si tratta mai di dare soluzioni preconfezionate (come accade in un videocorso) ma di esserci con te, accompagnandoti in un processo di attivazione della tua coscienza, che si costruisce insieme.
Ma perché questa dimensione dell’aiuto “accada” è importante che tu ti renda disponibile all’aiuto.

Lasciarsi attraversare: l’aiuto come esperienza incarnata
Ricevere aiuto non significa accettare questo supporto con la testa, ma lasciarlo entrare nel corpo, senza opporre resistenza alla verità che emerge.
Immagina l’aiuto come un fiume: se stai sulla riva a guardarlo, puoi descriverlo, parlarne, fare analisi tecniche sul suo corso. Ma finché non ti ci immergi, nel fiume dell’aiuto, finché non ti lasci trasportare dalla corrente, non puoi sentirti nella condizione di sciogliere i nodi che hai dentro.
L’aiuto richiede una disponibilità emotiva che un buon cliente deve saper coltivare (buono in primis nei propri confronti). Richiede fiducia, apertura, tempo e la volontà di lasciarsi attraversare davvero da ciò che, come professionista, sollevo in consulenza.
La resistenza: quando l’aiuto spaventa
Paradossalmente, proprio nei momenti in cui hai più bisogno di aiuto, tendi a rifiutarlo. Lo respingi. Opponi resistenza.
Succede perché lasciarsi aiutare significa perdere il controllo. Ecco: ora pensa a tutti i video o a tutti i libri che guardi e leggi, in merito alla crescita personale. Hai tutto – troppo – sotto controllo.
Qui da me accade altro. Ti metti nella condizione di perdere il controllo sul problema. Esci dall’idea che stai “subendo” un torto. Esci dalla narrazione che ti stai facendo. Questo scombussolamento dei piani ti permette di entrare nel vivo della situazione, cosa che attiva tutte le tue risorse personali. La coscienza si mette in moto.
A chi entra in consulenza – fosse anche solo per un’ora – chiedo di non opporsi alle cose che emergono, mentre lavoriamo. Non è facile, ma è possibile imparare a farlo.
Ogni volta in cui chiudi la porta all’aiuto, però, chiudi anche la porta al cambiamento. E com’è che chiudi la porta all’aiuto? Ti rifugi nei libri, nei reel. Oppure, se chiedi aiuto, scambi la consulenza per un’opinione, e non ti lasci contattare dal mio lavoro per te.

Educarsi alla ricezione: un’abilità da imparare
Ricevere aiuto non è un fatto innato. È un’abilità che si impara, soprattutto in una società che ci propone di diventare capaci a far tutto da soli e da sole.
Ci educano a essere forti, indipendenti, autosufficienti. Ma nessuno ci insegna come chiedere, accogliere e onorare l’aiuto dell’altro. Perché questo accada – perché tu possa ricevere ciò che ti serve, in termini di aiuto – serve una vera e propria rieducazione interiore.
In tal senso, un percorso di Counseling ti accompagna dolcemente a sciogliere la rigidità, il controllo, la presunzione del "so già". Vieni a riscoprire la bellezza di non dover fare tutto da sola o da solo.
Più ti apri a ricevere, più si apre anche il tuo spazio interiore. Più diventi capace di trasformati, e superare il problema.
Il cuore del cambiamento: essere visti, accolti, contenuti
Non esiste cambiamento senza relazione. È attraverso lo sguardo consapevole di una professionista, attraverso la capacità di tenerti emotivamente nel non giudizio, ma nell’accoglienza di ciò che vivi, che inizia il vero lavoro profondo.
La guarigione è sentire di essere visti nel punto esatto in cui ti senti più fragile. E da lì, piano piano, ricostruirti.
Non ti devo somministrare una risposta. Non devo aggiustare ciò che sei. Insieme, abbiamo bisogno di fare spazio, liberando ciò che hai sempre avuto dentro.
Lasciarsi aiutare è un atto d’amor proprio
Lasciarsi aiutare significa scegliere di non resistere più. Significa anche lasciarsi modificare dal cambiamento stesso. È il primo passo verso una versione di te più morbida, autentica, viva!
E se oggi qualcosa in te sta dicendo “forse è il momento di farmi aiutare”, ascolta questa voce, e dalle spazio, santa pace.
Giulia Scandolara - Gestalt Counselor
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